venerdì 24 ottobre 2025

Clinic Manager

 

Brochure

3 ottobre 2025 - 1° incontro
4 ottobre 2025 - 2° incontro
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Partecipanti dello SDB
Evelin P.

La figura professionale è utile in società, Stp, studi associati e studi monoprofessionali, dove solleva l’odontoiatra dai compiti extraclinici ed è indispensabile in vista di una cessione, trasformazione societaria o nel processo di aggregazione con un collega.

Nel mondo dell’odontoiatria moderna, profondamente trasformato da innovazioni tecnologiche, digitalizzazione, crescente complessità gestionale, si fa sempre più spazio una nuova figura professionale: il clinic manager odontoiatrico. Anche lo sviluppo di catene odontoiatriche sul territorio, la trasformazione di studi monoprofessionali in srl e l’aggregazione di diversi professionisti in studi associati spinge verso la necessità di una gestione anche manageriale dei servizi odontoiatrici, con figure che possiedano le giuste competenze.
«Il clinic manager odontoiatrico è un ruolo nato dalla necessità concreta di rispondere alle sfide organizzative di un settore in costante evoluzione, e che si sta rapidamente affermando come elemento strategico all’interno delle strutture sanitarie» ci ha spiegato Paride Zappavigna, odontoiatra e direttore della Dental Team Academy, scuola che due anni fa ha attivato questo percorso formativo dedicato (www.clinicmanager.academy). Il corso per clinic manager odontoiatrico è strutturato in tre moduli indipendenti, ciascuno dei quali rilascia competenze certificate da Regione Lombardia (tramite l’ente accreditato Techne Medica) e riconosciute su tutto il territorio nazionale. «L’obiettivo è formare professionisti capaci di agire da veri e propri amministratori delegati dello studio odontoiatrico, in grado di portare valore aggiunto concreto, migliorando la sostenibilità dell’attività, l’efficienza interna e la soddisfazione dei pazienti». [continua]



In difesa del vero ruolo del Clinic Manager
Una Clinic Manager indignata della rappresentazione data su RAI 3 dice: noi non siamo dei venditori, noi lavoriamo per rendere l’esperienza del paziente più consapevole, accogliente e sostenibile.

Gentile Direttore, ho seguito con amarezza e indignazione il recente servizio televisivo che, con un taglio parziale e un tono insinuante, ha descritto la figura del Clinic Manager come una sorta di venditore spregiudicato, capace di influenzare le decisioni cliniche del medico nella prima visita e di condizionare il percorso del paziente più in funzione del fatturato della struttura che del suo reale bisogno di cura.
Trovo questa rappresentazione profondamente ingiusta e fuorviante. È facile, oggi, colpire ciò che non si conosce: il Clinic Manager non è un agente commerciale travestito da consulente, ma un professionista che opera all’interno di un sistema sanitario complesso, con l’obiettivo di rendere l’esperienza del paziente più consapevole, accogliente e sostenibile.
Nel mio lavoro, ogni giorno, mi impegno affinché il paziente possa sentirsi accolto, ascoltato e accompagnato nel proprio percorso di cura. Offrire soluzioni di pagamento personalizzate non significa forzare una scelta, ma renderla possibile. Avere a disposizione più strumenti finanziari non equivale a spingere, ma a proporre: è un modo per garantire che le barriere economiche non diventino un ostacolo alla salute.
Il mio compito non è vendere, ma comunicare con chiarezza, fornire informazioni, aiutare le persone a comprendere le diverse opzioni terapeutiche, i tempi, i costi, i benefici, e a scegliere in modo libero e informato.
La comunicazione assertiva e trasparente è la chiave per costruire fiducia e per evitare equivoci: parlare con onestà, senza promesse illusorie, ma con il linguaggio della realtà e del rispetto. Questa, per me, è la base etica del ruolo.
Chi riduce tutto a una logica di vendita non ha compreso la vera natura del Clinic Manager, che non sostituisce il medico e non entra nel merito delle scelte cliniche, ma lavora a fianco del team per migliorare l’organizzazione, la gestione del tempo, la qualità del servizio e la serenità di chi riceve le cure.
Occorre anche ricordare che sia gli studi odontoiatrici più piccoli, che le strutture sanitarie più grandi, sono a tutti gli effetti delle aziende: devono produrre utili per sopravvivere, reinvestire e garantire continuità ai propri pazienti e ai propri dipendenti.
Il fatto che ci sia una componente economica non significa che manchi l’etica.
L’onestà e la deontologia professionale sono valori che appartengono alle persone, non alle funzioni che ricoprono. Un medico scorretto non infanga l’intera medicina; allo stesso modo, un Clinic Manager che opera in modo disonesto non può rappresentare un’intera categoria.
La mia esperienza mi ha insegnato che il vero Clinic Manager è un punto di equilibrio tra esigenze cliniche e organizzative, tra umanità e sostenibilità, tra cura e responsabilità gestionale. È colui che facilita la collaborazione tra medico e paziente, che sostiene la chiarezza, che organizza processi e persone perché tutto scorra senza ostacoli e con il massimo rispetto per la dignità di chi entra in studio.
Ritengo profondamente offensivo e pregiudizievole che un ruolo così delicato venga liquidato come “commerciale”. Il Clinic Manager non è un avvoltoio, ma una figura fondamentale e rappresentativa di un settore in continua evoluzione. Il suo scopo non è quello di imporre, ma di accompagnare; non di convincere, ma di comprendere; non di aumentare le vendite, ma di garantire qualità, coerenza e sostenibilità al percorso di cura.Le polemiche non costruttive non risolvono i problemi: li esasperano, amplificando i sospetti e alimentando stereotipi. È invece nel dialogo, nella formazione e nel riconoscimento reciproco delle competenze che si costruisce una sanità più giusta, più moderna e più umana.
Franca Fortugno, Clinic Manager Odontoiatrico
Odo33 - 23 ott 2025