giovedì 1 ottobre 2020

Recessione gengivale

Le recessioni che coinvolgono un singolo elemento dentale possono essere trattate con diversi approc­ci chirurgici (lembi peduncolati o li­beri, tecniche bilaminari). La scelta dipende dalle caratteristiche ana­tomiche locali dell’area da trattare, dagli obiettivi della chirurgia, dai dati di prevedibilità di copertura ra­dicolare completa e dalle specifi­che richieste del paziente. Nei casi di recessioni singole con assenza di tessuto cheratinizzato apicale e laterale e con presenza di un vestibolo poco profondo o di frenuli a inserzione marginale, l’alternativa terapeutica più indi­cata è la tecnica chirurgica in due fasi, introdotta da Bernimoulin nel 1975 e modificata da Zucchelli e de Sanctis nel 2013. Nel seguente articolo è presenta­to il caso clinico di una paziente con una recessione gengivale singola sull’elemento 31 complica­ta dall’assenza di tessuto cherati­nizzato apicale e laterale alla super­ficie radicolare esposta e dall’inser­zione marginale del frenulo.
Materiali e metodi
Una paziente di 42 anni, non fu­matrice, in buone condizioni di salute generale, si presenta pres­so il reparto di Parodontologia dell’Ospedale San Raffaele di Mi­lano lamentando problemi esteti­ci e forte ipersensibilità dentinale a livello dell’incisivo centrale infe­riore destro.
La prima fase chirurgica consiste nell’esecuzione di innesto gengi­vale libero in sede apicale alla su­perficie radicolare esposta. Il letto ricevente per l’innesto viene pre­parato tramite disegno di un lem­bo trapezoidale, che consiste in un’incisione orizzontale eseguita apicalmente al margine della re­cessione e due incisioni verticali divergenti che si estendono in mucosa alveolare. Il lembo viene scollato a spessore parziale. La dimensione apico-coronale dell’innesto corrisponderà all’altez­za del tessuto cheratinizzato pre­sente a livello dei denti adiacenti, mentre quella mesio-distale sarà pari a quella della recessione misu­rata a livello della CEJ aumentata di 6 mm. L’innesto epitelio-connetti­vale è posizionato apicalmente alla deiscenza ossea e stabilizzato con punti staccati ai tessuti circostanti e con punti compressivi ancorati al periostio e sospesi.
Dopo 3 mesi si procede alla se­conda fase chirurgica che consi­ste in un lembo spostato coronal­mente. Il disegno del lembo è tra­pezoidale, con due incisioni oriz­zontali bisellate di 3 mm per lato, mesiale e distale al difetto, e due incisioni di rilascio verticali. L’ele­vazione del lembo è a spessore misto in direzione corono-apicale. Le papille anatomiche vengono disepitelizzate per creare il letto vascolare che riceverà le papille chirurgiche.
Il posizionamento coronale risulta adeguato quando il margine coro­nale del lembo rimane senza ten­sione oltre la CEJ dell’elemento con la recessione. Le incisioni di rilascio vengono suturate con su­ture singole in senso apico-coro­nale e le papille chirurgiche e ana­tomiche vengono sovrapposte e fissate con suture sospese.
Risultati e conclusioni
Per il trattamento del caso clinico presentato, è stata considerata una procedura di innesto gengiva­le epitelizzato, dal momento che una tecnica bilaminare non risul­tava indicata. A 6 mesi dalla chi­rurgia la copertura radicolare ri­sulta essere completa. Lo stato di salute della zona trattata è confer­mato dall’assenza di sanguina­mento al sondaggio e dalla ridotta profondità di quest’ultimo. I risul­tati vengono confermati a 1 anno.
Significato clinico
La tecnica di chirurgia mucogen­givale in due fasi permette di trat­tare efficacemente e con un’alta predicibilità i casi di recessioni singole che presentano caratteri­stiche anatomiche locali che con­troindicano le tecniche bilaminari.
[Odontoiatria33 - 01 ott 2020]