giovedì 3 luglio 2025

Slow Medicine

Slow Medicine ETS è stata sollecitata da alcuni soci a prendere posizione sul dilagare dei cosiddetti 'pacchetti prevenzione' proposti da laboratori, farmacie e cliniche private, senza la prescrizione di un medico. Si tratta un insieme di esami ematochimici, accertamenti strumentali e visite specialistiche proposti come ‘preventivi’, facendo credere che siano in grado di individuare la presenza di una malattia prima che provochi manifestazioni cliniche, in modo da poter iniziare un trattamento che eviterà la comparsa di sintomi e complicanze. Idea suggestiva senza dubbio, ma anche troppo semplice per sfidare la complessità biologica dell’interazione tra l’organismo e le malattie
Con la collaborazione di esperti e società scientifiche, gli Organi Collegiali di Slow Medicine ETS hanno scritto un documento (allegato) “Vera e finta prevenzione. Fare più check-up non significa ridurre il rischio di ammalarsi” inviato il 1° luglio al Ministro della Salute prof. Orazio Schillaci affinché: “ponga in essere interventi educativi e informativi che evidenzino i rischi di una diffusione incontrollata di test non necessari e interventi legislativi per riformulare le convenzioni con le strutture private su questi aspetti”.

Partirà ufficialmente a fine giugno da Ferrara l'avventura di "Slow Medicine", un movimento ideato da 16 persone tra medici, direttori sanitari, psicologi, economisti e designer. Nel loro manifesto propongono di diffondere negli ospedali e negli ambulatori la cultura della medicina "sobria, rispettosa e giusta". Ovvero, basata su un maggior dialogo con i pazienti e su una maggiore attenzione al numero di esami a cui vengono sottoposti. «Medicina sobria - si legge nel manifesto - significa prescrivere solo esami della cui efficacia si è certi, e sapere che non sempre fare di più significa fare meglio». Ogni paziente, poi, ha diritto di essere ascoltato, anche se le sue idee possono sembrare antiscientifiche. E sobrietà significa anche minori spese per il sistema pubblico. Si parla poi di giustizia, che per i membri del movimento va intesa nel senso di risorse e cure uguali per tutti, in tutta Italia, ma anche budget distribuiti pensando ai problemi più comuni. Tra gli altri punti: non creare false aspettative nei pazienti, e rispettarne i valori religiosi e culturali. Dal momento della sua ideazione, il gruppo ha già raccolto 200 adesioni, che intende aumentare dopo l'appuntamento in programma a Ferrara. Fonte eDott